Esistono molteplici tipologie di contratti d’affitto e scegliere quale sia quello giusto per te può sembrare un’impresa titanica.
In questa guida spiegheremo quello che serve sapere per comprendere al meglio quale tipo di contratto di affitto fa per te.
Che tu sia il locatore, cioè colui che concede in locazione un bene, oppure il conduttore, colui che ne usufruisce, siamo certi che un po’ di chiarezza in merito non faccia male.
Si tratta di un argomento ampio ed in continua evoluzione: quanti tipi di contratto di affitto esistono? Quali sono quelli più utilizzati? Per quale conviene optare nei singoli casi specifici?
Facendo un passo indietro, ancor prima di porti queste domande, ti sarai già chiesto se sia più conveniente optare per un mutuo o una locazione. Se non lo avessi già fatto, anche su questo abbiamo deciso di aiutarti fornendoti tutte le indicazioni del caso.

Come suddividere i contratti di locazione

Il primo aspetto da evidenziare è che ogni tipologia di contratto ha normative e regole differenti da seguire in quanto a durata, tempi di preavviso per la rescissione, rinnovi, regime fiscale, ecc.
Non c’è un contratto di affitto migliore rispetto ad un altro, esistono però, contratti che maggiormente tutelano il locatore ed il conduttore in base alla situazione specifica.

Contratti di affitto per il residenziale: ecco quali sono le alternative

Per la locazione residenziale vi sono due grandi tipologie contrattuali:
– Contratto di locazione a canone libero
– Contratto di locazione a canone concordato
Quest’ultimo a sua volta suddiviso in:
– Transitorio
– Convenzionato
– Per studenti universitari

Contratto di locazione a canone libero

Lo storico contratto di affitto a canone libero, conosciuto anche come “quattro più quattro”, è tra i più utilizzati contratti di locazione in Italia.
E’ stato così chiamato perché lascia ampia libertà alle parti nel determinare le caratteristiche in essere, siano esse relative all’importo del canone stesso o ad altre specifiche del contratto. La legge ha stabilito solamente la durata minima di quattro anni prorogabili tacitamente per altri quattro, salvo la previa disdetta ed accordi personali tra le parti.
A questo genere di contratto di locazione si può applicare una piccola variazione, la cedolare secca, ossia in un regime fiscale agevolato che permette sia al locatore, sia al conduttore di godere di vantaggi fiscali. In questo caso il contratto prenderà il nome di contratto di locazione con cedolare secca.

Contratto di locazione a canone concordato

Il contratto di affitto a canone concordato prevede che ci sia un accordo preventivo tra proprietario e futuro inquilino circa l’importo del canone di affitto.
Per decretare quale possa essere un canone equo, le associazioni di categoria hanno stilato delle tabelle che, considerando posizione geografica, tipologia di immobile, finiture ecc., forniscono dei parametri per avere una cifra a cui far riferimento.
Partendo da questo criterio, il proprietario di casa e il futuro affittuario potranno concordare il canone d’affitto e stipulare così un contratto vero e proprio.
Il canone mensile può essere aggiornato in base ai parametri ISTAT, oppure si può optare per la cedolare secca.
Il contratto di affitto a canone concordato è utilizzato spesso per situazioni momentanee, in cui al momento della stipula il conduttore sa già che dovrà occupare l’immobile per un determinato e spesso breve periodo.
Il legislatore ha ritenuto opportuno individuare delle sottocategorie, al fine di tutelare in maniera più efficiente entrambi i contraenti.
In Italia, negli ultimi anni, i contratti di locazione brevi sono quelli scelti più frequentemente, ed hanno una regolamentazione univoca e specifica al fine di garantire i diritti di locatore e conduttore.
Ecco l’elenco delle sotto-categorie legate alla tipologia di contratto a canone concordato.

Contratto di affitto transitorio

Il contratto di affitto transitorio prevede la possibilità di stipulare un accordo fino a 18 mesi dalla data di sottoscrizione del contratto.
Il contratto di affitto transitorio deve essere obbligatoriamente giustificato da motivazioni convenzionali, che possiamo così suddividere:
Esigenze legate al contratto di lavoro;
Ricerca di occupazione in quel determinato territorio;
Apprendistato;
Formazione professionale.
Questa tipologia contrattuale è stipulabile solamente facendo riferimento al relativo Decreto Ministeriale.

Contratto di affitto convenzionato

Il contratto di affitto convenzionato ha una durata minima di tre anni, con possibilità di rinnovo per altri tre anni alla scadenza dei primi tre, salvo eventuali disdette.
Si tratta di una tipologia contrattuale scelta e apprezzata perché prevede un canone calmierato, disciplinato in base ad una tabella suddivisa per zone, e concede agevolazioni fiscali per chi lo sceglie.

Contratto di affitto per studenti universitari

Recentemente ha preso piede la possibilità di avvalersi di un contratto di affitto per studenti universitari, è una tipologia molto sfruttata in alcune zone in cui il mercato immobiliare delle locazioni per studenti è in forte espansione.
La durata per la locazione a studenti universitari varia da un minimo di sei mesi fino ad un massimo di tre anni, tempistica collegata alla durata del percorso di studi universitari, con rinnovo automatico per una durata pari a quella sottoscritta in fase di accordo iniziale, salvo disdetta da parte dell’inquilino (uno oppure tre mesi prima della scadenza).
Il contratto può essere sottoscritto dal singolo studente oppure da un gruppo di studenti universitari che decidono di abitare sotto lo stesso tetto.
Per poter utilizzare questa tipologia, l’affittuario deve essere uno studente universitario iscritto ad un Ateneo che si trova in un Comune diverso da quello in cui ha la residenza.
Come per le altre tipologie di contratto a canone concordato, la stipula dovrà far riferimento al sopra citato Decreto Ministeriale.